Periodo del viaggio: 10 - 24 luglio.
Tasso di cambio: 1€ = 157 corone islandesi (ISK)
Quasi tutte le foto pubblicate in racconto e nei successivi sono in alta risoluzione nel mio album Flickr, a questo indirizzo: l'album comprende anche altre foto che non hanno trovato spazio in questi scritti giovanili.
20 luglio: Holmavik --> Latrabjarg
Quasi tutte le foto pubblicate in racconto e nei successivi sono in alta risoluzione nel mio album Flickr, a questo indirizzo: l'album comprende anche altre foto che non hanno trovato spazio in questi scritti giovanili.
20 luglio: Holmavik --> Latrabjarg
Oggi tanti chilometri.
Per arrivare da Holmavik a Latrabjarg percorriamo le strade 61, 60, 62 e 612, per circa 5h di macchina. Le strade sono davvero in pessimo stato, dissestate e con molti lavori in corso. Alcuni tratte sono anche in salita e discesa, il che non facilita la guida.
Durante il percorso facciamo pausa per fare delle foto al peschereccio Gardar, una vecchia nave norvegese arenatasi nel 198 e poi lasciata li', ad aspettare che la natura faccia il suo corso e se la riprenda: ho già parlato in altra sede del fatto che in Islanda è facile incontrare navi, macchine e perfino aerei in aperta natura, non chiusi in polverosi musei.
E' una cosa che mi ha affascinato molto.
Per arrivare da Holmavik a Latrabjarg percorriamo le strade 61, 60, 62 e 612, per circa 5h di macchina. Le strade sono davvero in pessimo stato, dissestate e con molti lavori in corso. Alcuni tratte sono anche in salita e discesa, il che non facilita la guida.
Durante il percorso facciamo pausa per fare delle foto al peschereccio Gardar, una vecchia nave norvegese arenatasi nel 198 e poi lasciata li', ad aspettare che la natura faccia il suo corso e se la riprenda: ho già parlato in altra sede del fatto che in Islanda è facile incontrare navi, macchine e perfino aerei in aperta natura, non chiusi in polverosi musei.
E' una cosa che mi ha affascinato molto.
Due parole sulla nave Gardar |
La nave Gardar |
Arrivati a Breidavik alla guesthouse Gistiheimilid Breidavik, dove pernotteremo, lasciamo le nostre cose in stanza e facciamo una passeggiata nella bellissima spiaggia di sabbia fine prima di sera.
La spiaggia a Breidavik |
E' proprio in questa spiaggia che la Francese usa la mia macchina fotografica e lascia il suo spirito artistico esprimersi in una delle foto più belle ed apprezzate dell'intero viaggio
Applausi alla Francese per questa foto alla spiaggia di Breidavik |
Per cena abbiamo una sola scelta nelle vicinanze: il ristorante della guesthouse, dove fortunatamente si mangia molto bene: un'ottima zuppa con agnello e dolce per 14 000 ISK in due.
Dopo cena un'altra passeggiata in spiaggia, dove ci facciamo aggredire per l'ennesima volta dalle sterne codalunghe, numerose in questa zona.
La guesthouse Gistiheimilid Breidavik dove pernottiamo è una vecchia fattoria, tuttora in attività, a due passi dal mare: noi dormiamo in una camera di una nuova costruzione con bagno privato. La camera è in stile moderno, molto bella e comoda. Paghiamo 18 000ISK con colazione compresa. Tra tutte le guesthouse è forse quella che più mi è piaciuta.
La nostra camera alla guesthouse Breidavik |
Giornata corta oggi, poche cose viste e molta auto. Ma lo sapevamo quando abbiamo organizzato il viaggio che gli ultimi giorni sarebbero stati più compressi.
Speriamo nella scogliera di Latrabjarg, che visiteremo domani, e dove si dice sia pieno di uccelli, pulcinelle di mare compresi.
22 luglio. Scogliera di Latrabjarg
Fortunatamente dalla guesthouse alla scogliera di Latrabjarg, che le guide dicono sia il punto più occidentale d'Europa, ci sono solo una decina di chilometri, ovviamente di strada non asfaltata.
Quando arriviamo alla scogliera siamo accolti da un incoraggiante cartello
Speriamo nella scogliera di Latrabjarg, che visiteremo domani, e dove si dice sia pieno di uccelli, pulcinelle di mare compresi.
22 luglio. Scogliera di Latrabjarg
Fortunatamente dalla guesthouse alla scogliera di Latrabjarg, che le guide dicono sia il punto più occidentale d'Europa, ci sono solo una decina di chilometri, ovviamente di strada non asfaltata.
Quando arriviamo alla scogliera siamo accolti da un incoraggiante cartello
Benvenuti a Latrabjarg |
che potrebbe trasmettere dell'inquietudine agli animi più sensibili.
Un altro cartello ci spiega gentilmente quali sono gli uccelli più frequenti della scogliera. In islandese.
Uccelli a Latrabjarg |
Alla scogliera trascorriamo almeno 5 ore, instupiditi e incantati dagli uccelli che si possono vedere nella loro vita quotidiana e sociale.
Non pensavo di essere cosi' insensibile ai pennuti, che ci hanno stregato.
E non mancano neanche i pulcinella di mare (puffin), anzi ce ne sono tantissimi: devono essere molto abituati alla presenza umana perché non hanno affatto paura degli essere umani, e si lasciano avvicinare a poche decine di centimetri di distanza.
Se non avessi paura di cadere delle alte scogliere mi sporgerei un po' per cercare di prenderne uno in mano. Ma questi fetenti si mettono sempre al bordo della scogliera, quasi a provocarti.
Non pensavo di essere cosi' insensibile ai pennuti, che ci hanno stregato.
E non mancano neanche i pulcinella di mare (puffin), anzi ce ne sono tantissimi: devono essere molto abituati alla presenza umana perché non hanno affatto paura degli essere umani, e si lasciano avvicinare a poche decine di centimetri di distanza.
Se non avessi paura di cadere delle alte scogliere mi sporgerei un po' per cercare di prenderne uno in mano. Ma questi fetenti si mettono sempre al bordo della scogliera, quasi a provocarti.
Puffin a Latrabjarg |
Puffin a Latrabjarg |
Dopo infiniti scatti riusciamo a riprenderli anche nei loro voli, quando arrivano e partono dalle scogliere per delle passeggiate aeree
Puffin a Latrabjarg |
Puffin a Latrabjarg |
Puffin a Latrabjarg |
Puffin a Latrabjarg |
Giuro che la foto sopra non è ritoccata con Phoshop, ma semplicemente frutto del caso.
I puffin ogni tanto scomparivano nelle buche del terreno. Chissà cosa facevano...
Non solo puffin a Latrabjarg, ma anche Gabbiani tridattili
I puffin ogni tanto scomparivano nelle buche del terreno. Chissà cosa facevano...
Puffin a Latrabjarg |
Non solo puffin a Latrabjarg, ma anche Gabbiani tridattili
Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg |
Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg |
Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg |
e gazze marine, che sembrano convivere pacificamente con i puffin, nonostante il loro aspetto cupo.
Puffin e una gazza marina a Latrabjarg |
Di urie marine ce ne sono intere colonie.
Urie marine a Latrabjarg |
Insomma, la scogliera di Latrabjarg è qualcosa di meraviglioso: si passeggia su e giù per alte scogliere per ore completamente estasiati dalla natura selvaggia, dalle falesie piene di uccelli che vociferano, dai gabbiani che continuano a girare in tondo per tenere tutto sotto controllo, dai pulcinella di mare che arrivano e partono dalle rocce con quel loro modo di volare particolare.
La giornata alla scogliera è stata una delle più belle ed intense del viaggio. Se ci penso mi viene ancora il magone. Difficile arrivarci, pero' ne vale davvero la pena. IMPERDIBILE.
Ripartiamo dalla scogliera con la tristezza nel cuore, e ci fermiamo a pranzare (un po' tardi, visto che erano le 16) alla guesthouse dove abbiamo pernottato la notte precedente: confermiamo la buona qualità del cibo.
Trascorreremo quel che resta del pomeriggio in macchina, perché la meta di oggi è Saelingsdal, una meta senza interesse che pero' ci consentirà domani di passare per la penisola di Snaefellsnes.
Per uscire dalla penisola di Latrabjarg ci mettiamo 3h e 1/2, in una strada che richiede molta attenzione: nonostante questo continuiamo a ripeterci che ne è valsa la pena fare tanta strada per gli uccelli di Latrabjarg.
Qui faccio una piccola parentesi su uno dei pochi errori organizzativi di questa vacanza: piuttosto che fare tutta la strada per uscire dalla penisola di Latrabjarg, avremmo dovuto prendere la nave (con macchina al seguito) da Seftjorn a Stykkisholmur: avremmo evitato moltissima strada e ci saremmo trovati direttamente nella penisola di Snaefellsnes.
L'hotel dove si dorme l'ultima notte islandese è l'Hotel Edda Saelingsdal, il più confortevole tra gli hotel Edda tra quelli provati: la stanza è grande, pulita, luminosa e il bagno è grande quasi come il 2 stanze dove la Francese ed io abitiamo :-)
18 300 ISK con servizi privati e senza colazione.
23 luglio. Saelingsadl --> aeroporto di Reykjavik
Oggi non c'è lo stesso relax degli altri giorni: è il nostro ultimo giorno di vacanza, alle 20 dobbiamo consegnare la macchina e all'una ci attende l'aereo per Parigi.
Insomma, si sente eccome la fine delle vacanze, anche se tra una settimana saremo in Calabria per altre due settimane di vacanze al mare.
Il programma di oggi è di arrivare all'aeroporto di Reykjavik passando per la penisola di Snaefellsnes, che ovviamente vedremo solo velocemente.
Troppo velocemente, perché vedere un'intera penisola in un giorno è troppo riduttivo, soprattutto se hai lo stress dell'orario limite di consegna dell'auto.
Della penisola apprezziamo soprattutto le meravigliose e numerose spiagge.
E la serie di racconti termina con la foto di una bella chiesa, di cui non ricordo più l'ubicazione: potrei ritrovarla nella guida, ma mi piace terminare questi racconti islandesi con qualcosa di indefinito, dopo tante precisioni forse inutili (davvero è cosi' interessante sapere quanto abbiamo pagato la zuppa di pesce? :-).
Con questa foto mi do' la scusa morale per ritornare in questo meraviglioso paese, quella di ritrovare la chiesa bianca e nera nella penisola di Snaefellsnes.
Un paese dove per la prima volta nella mia vita ho lasciato un po' di cuore.
Buon viaggio a tutti.
La giornata alla scogliera è stata una delle più belle ed intense del viaggio. Se ci penso mi viene ancora il magone. Difficile arrivarci, pero' ne vale davvero la pena. IMPERDIBILE.
Ripartiamo dalla scogliera con la tristezza nel cuore, e ci fermiamo a pranzare (un po' tardi, visto che erano le 16) alla guesthouse dove abbiamo pernottato la notte precedente: confermiamo la buona qualità del cibo.
Trascorreremo quel che resta del pomeriggio in macchina, perché la meta di oggi è Saelingsdal, una meta senza interesse che pero' ci consentirà domani di passare per la penisola di Snaefellsnes.
Per uscire dalla penisola di Latrabjarg ci mettiamo 3h e 1/2, in una strada che richiede molta attenzione: nonostante questo continuiamo a ripeterci che ne è valsa la pena fare tanta strada per gli uccelli di Latrabjarg.
Qui faccio una piccola parentesi su uno dei pochi errori organizzativi di questa vacanza: piuttosto che fare tutta la strada per uscire dalla penisola di Latrabjarg, avremmo dovuto prendere la nave (con macchina al seguito) da Seftjorn a Stykkisholmur: avremmo evitato moltissima strada e ci saremmo trovati direttamente nella penisola di Snaefellsnes.
L'hotel dove si dorme l'ultima notte islandese è l'Hotel Edda Saelingsdal, il più confortevole tra gli hotel Edda tra quelli provati: la stanza è grande, pulita, luminosa e il bagno è grande quasi come il 2 stanze dove la Francese ed io abitiamo :-)
18 300 ISK con servizi privati e senza colazione.
23 luglio. Saelingsadl --> aeroporto di Reykjavik
Oggi non c'è lo stesso relax degli altri giorni: è il nostro ultimo giorno di vacanza, alle 20 dobbiamo consegnare la macchina e all'una ci attende l'aereo per Parigi.
Insomma, si sente eccome la fine delle vacanze, anche se tra una settimana saremo in Calabria per altre due settimane di vacanze al mare.
Il programma di oggi è di arrivare all'aeroporto di Reykjavik passando per la penisola di Snaefellsnes, che ovviamente vedremo solo velocemente.
Troppo velocemente, perché vedere un'intera penisola in un giorno è troppo riduttivo, soprattutto se hai lo stress dell'orario limite di consegna dell'auto.
Della penisola apprezziamo soprattutto le meravigliose e numerose spiagge.
Penisola di Snaefellsnes |
Penisola di Snaefellsnes |
Penisola di Snaefellsnes |
E la serie di racconti termina con la foto di una bella chiesa, di cui non ricordo più l'ubicazione: potrei ritrovarla nella guida, ma mi piace terminare questi racconti islandesi con qualcosa di indefinito, dopo tante precisioni forse inutili (davvero è cosi' interessante sapere quanto abbiamo pagato la zuppa di pesce? :-).
Chiesa ignota |
Con questa foto mi do' la scusa morale per ritornare in questo meraviglioso paese, quella di ritrovare la chiesa bianca e nera nella penisola di Snaefellsnes.
Un paese dove per la prima volta nella mia vita ho lasciato un po' di cuore.
Buon viaggio a tutti.