mercoledì 1 settembre 2010

Racconto dettagliato. Parte 5.


Periodo del viaggio: 10 - 24 luglio.
Tasso di cambio: 1€ = 157 corone islandesi (ISK)  

Quasi tutte le foto pubblicate in racconto e nei successivi sono in alta risoluzione nel mio album Flickr, a questo indirizzo: l'album comprende anche altre foto che non hanno trovato spazio in questi scritti giovanili.  

20 luglio: Holmavik --> Latrabjarg
Oggi tanti chilometri.

Per arrivare da Holmavik a Latrabjarg percorriamo le strade 61, 60, 62 e 612, per circa 5h di macchina. Le strade sono davvero in pessimo stato, dissestate e con molti lavori in corso. Alcuni tratte sono anche in salita e discesa, il che non facilita la guida. 

Durante il percorso facciamo pausa per fare delle foto al peschereccio Gardar, una vecchia nave norvegese arenatasi nel 198 e poi lasciata li', ad aspettare che la natura faccia il suo corso e se la riprenda: ho già parlato in altra sede del fatto che in Islanda è facile incontrare navi, macchine e perfino aerei in aperta natura, non chiusi in polverosi musei.  

E' una cosa che mi ha affascinato molto. 

Due parole sulla nave Gardar
La nave Gardar

Arrivati a Breidavik alla guesthouse Gistiheimilid Breidavik, dove pernotteremo, lasciamo le nostre cose in stanza e facciamo una passeggiata nella bellissima spiaggia di sabbia fine prima di sera.

La spiaggia a Breidavik


E' proprio in questa spiaggia che la Francese usa la mia macchina fotografica e lascia il suo spirito artistico esprimersi in una delle foto più belle ed apprezzate dell'intero viaggio

Applausi alla Francese per questa foto alla spiaggia di Breidavik


Per cena abbiamo una sola scelta nelle vicinanze: il ristorante della guesthouse, dove fortunatamente si mangia molto bene: un'ottima zuppa con agnello e dolce per 14 000 ISK in due.

Dopo cena un'altra passeggiata in spiaggia, dove ci facciamo aggredire per l'ennesima volta dalle sterne codalunghe, numerose in questa zona.  

La guesthouse Gistiheimilid Breidavik dove pernottiamo è una vecchia fattoria, tuttora in attività, a due passi dal mare: noi dormiamo in una camera di una nuova costruzione con bagno privato. La camera è in stile moderno, molto bella e comoda. Paghiamo 18 000ISK con colazione compresa. Tra tutte le guesthouse è forse quella che più mi è piaciuta.

La nostra camera alla guesthouse Breidavik

Giornata corta oggi, poche cose viste e molta auto. Ma lo sapevamo quando abbiamo organizzato il viaggio che gli ultimi giorni sarebbero stati più compressi.

Speriamo nella scogliera di Latrabjarg, che visiteremo domani, e dove si dice sia pieno di uccelli, pulcinelle di mare compresi. 

22 luglio. Scogliera di Latrabjarg 

Fortunatamente dalla guesthouse alla scogliera di Latrabjarg, che le guide dicono sia il punto più occidentale d'Europa, ci sono solo una decina di chilometri,  ovviamente di strada non asfaltata.

Quando arriviamo alla scogliera siamo accolti da un incoraggiante cartello

Benvenuti a Latrabjarg


che potrebbe trasmettere dell'inquietudine agli animi più sensibili. 

Un altro cartello ci spiega gentilmente quali sono gli uccelli più frequenti della scogliera. In islandese.

Uccelli a Latrabjarg

Alla scogliera trascorriamo almeno 5 ore, instupiditi e incantati dagli uccelli che si possono vedere nella loro vita quotidiana e sociale. 

Non pensavo di essere cosi' insensibile ai pennuti, che ci hanno stregato. 

E non mancano neanche i pulcinella di mare (puffin), anzi ce ne sono tantissimi: devono essere molto abituati alla presenza umana perché non hanno affatto paura degli essere umani, e si lasciano avvicinare a poche decine di centimetri di distanza. 

Se non avessi paura di cadere delle alte scogliere mi sporgerei un po' per cercare di prenderne uno in mano. Ma questi fetenti si mettono sempre al bordo della scogliera, quasi a provocarti. 

Puffin a Latrabjarg

Puffin a Latrabjarg


Dopo infiniti scatti riusciamo a riprenderli anche nei loro voli, quando arrivano e partono dalle scogliere per delle passeggiate aeree  

Puffin a Latrabjarg

Puffin a Latrabjarg

Puffin a Latrabjarg
Ma anche nella loro vita sociale


Puffin a Latrabjarg

Puffin a Latrabjarg
Giuro che la foto sopra non è ritoccata con Phoshop, ma semplicemente frutto del caso.  

I puffin ogni tanto scomparivano nelle buche del terreno. Chissà cosa facevano...


Puffin a Latrabjarg


Non solo puffin a Latrabjarg, ma anche Gabbiani tridattili

Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg

Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg

Gabbiani tridattili (Rissa tridactyla - Kittiwake) alla scogliera di Látrabjarg

e gazze marine, che sembrano convivere pacificamente con i puffin, nonostante il loro aspetto cupo.

Puffin e una gazza marina a Latrabjarg

Di urie marine ce ne sono intere colonie.

Urie marine a Latrabjarg

Insomma, la scogliera di Latrabjarg è qualcosa di meraviglioso: si passeggia su e giù per alte scogliere per ore completamente estasiati dalla natura selvaggia, dalle falesie piene di uccelli che vociferano, dai gabbiani che continuano a girare in tondo per tenere tutto sotto controllo, dai pulcinella di mare che arrivano e partono dalle rocce con quel loro modo di volare particolare. 

La giornata alla scogliera è stata una delle più belle ed intense del viaggio. Se ci penso mi viene ancora il magone. Difficile arrivarci, pero' ne vale davvero la pena. IMPERDIBILE. 

Ripartiamo dalla scogliera con la tristezza nel cuore, e ci fermiamo a pranzare (un po' tardi, visto che erano le 16) alla guesthouse dove abbiamo pernottato la notte precedente: confermiamo la buona qualità del cibo. 

Trascorreremo quel che resta del pomeriggio in macchina, perché la meta di oggi è Saelingsdal, una meta senza interesse che pero' ci consentirà domani di passare per la penisola di Snaefellsnes. 

Per uscire dalla penisola di Latrabjarg ci mettiamo 3h e 1/2, in una strada che richiede molta attenzione: nonostante questo continuiamo a ripeterci che ne è valsa la pena fare tanta strada per gli uccelli di Latrabjarg.  

Qui faccio una piccola parentesi su uno dei pochi errori organizzativi di questa vacanza: piuttosto che fare tutta la strada per uscire dalla penisola di Latrabjarg, avremmo dovuto prendere la nave (con macchina al seguito) da Seftjorn a Stykkisholmur: avremmo evitato moltissima strada e ci saremmo trovati direttamente nella penisola di Snaefellsnes. 

L'hotel dove si dorme l'ultima notte islandese è l'Hotel Edda Saelingsdal, il più confortevole tra gli hotel Edda tra quelli provati: la stanza è grande, pulita, luminosa e il bagno è grande quasi come il 2 stanze dove la Francese ed io abitiamo :-) 

18 300 ISK con servizi privati e senza colazione. 

23 luglio. Saelingsadl --> aeroporto di Reykjavik
Oggi non c'è lo stesso relax degli altri giorni: è il nostro ultimo giorno di vacanza, alle 20 dobbiamo consegnare la macchina e all'una ci attende l'aereo per Parigi.

Insomma, si sente eccome la fine delle vacanze, anche se tra una settimana saremo in Calabria per altre due settimane di vacanze al mare. 

Il programma di oggi è di arrivare all'aeroporto di Reykjavik passando per la penisola di Snaefellsnes, che ovviamente vedremo solo velocemente. 

Troppo velocemente, perché vedere un'intera penisola in un giorno è troppo riduttivo, soprattutto se hai lo stress dell'orario limite di consegna dell'auto. 

Della penisola apprezziamo soprattutto le meravigliose e numerose spiagge.


Penisola di Snaefellsnes


Penisola di Snaefellsnes


Penisola di Snaefellsnes


E la serie di racconti termina con la foto di una bella chiesa, di cui non ricordo più l'ubicazione: potrei ritrovarla nella guida, ma mi piace terminare questi racconti islandesi con qualcosa di indefinito, dopo tante precisioni forse inutili (davvero è cosi' interessante sapere quanto abbiamo pagato la zuppa di pesce? :-). 


Chiesa ignota


Con questa foto mi do' la scusa morale per ritornare in questo meraviglioso paese, quella di ritrovare la chiesa bianca e nera nella penisola di Snaefellsnes.  

Un paese dove per la prima volta nella mia vita ho lasciato un po' di cuore. 

Buon viaggio a tutti.

lunedì 30 agosto 2010

Racconto dettagliato. Parte 4.


Periodo del viaggio: 10 - 24 luglio.
Tasso di cambio: 1€ = 157 corone islandesi (ISK)

Quasi tutte le foto pubblicate in racconto e nei successivi sono in alta risoluzione nel mio album Flickr, a questo indirizzo: l'album comprende anche molte foto che non hanno trovato spazio in questi scritti giovanili. 
19 luglio: Husavik --> Akureyri 

Escursione in nave a Husavik
Come concordato, il 19 mattina alle 9h30 inizia la nostra escursione in nave per avvistamente balene e puffin. L'escursione scelta, North Sailing 2, dura 4 ore e costa 65€: nel prezzo è compreso un giro per avvistamento balene, un giro per i pulcinella di mare, un'esperienza unica di navigazione in nave a vela e una colazione con cioccolata calda, rotolo alla cannella e un misterioso "the captains privilege".

La nave è molto bella.
La nave con cui si fa l'escursione NS2

Prima di partire ci forniscono dei guanti e una tuta antifreddo e antispruzzi, un po' scomoda e pesante da indossare, ma utile visto che il freddo e il vento ci assaliranno tra qualche minuto, nonostante il tempo sia bellissimo. e il cielo limpido.

L'equipaggio fornito per l'escursione NS2

L'avvistamento delle balene si rivela un po' deludente: riusciamo a vedere solo qualche pinna di non ricordo più di quale tipo di balena e alcuni delfini, ma niente più. Inoltre, la vista degli animali è sempre ad una certa distanza, evidentemente perché quando sentono la nave tendono a restare sott'acqua.

Se vi aspettate di vedere un'orca assassina che esce dall'acqua a pochi centimentri dall'imbarcazione e saltando vi fa ciao con la pinna, scordatevelo.
 
Balene (o delfini) durante l'escursione NS2

Piccola particolarità: non ricordo più quale tipo di balena (minke whale?) facendo emergere le pinne dall'acqua emetteva un odore veramente nauseabondo. La simpatica e preparata guida che ci ha accompagnato ci ha spiegato che è normale, e fa parte della loro respirazione emettere quest'odore cosi' spiacevole, che si sentiva a decine di metri di distanza.

Decisamente più interessante il resto del giro, quando si iniziano a vedere i famigerati pulcinella di mare.

Ce n'è veramente tanti, in acqua, in cielo e in ogni dove: la nave passa infatti accanto all'isola di Lundey, chiamata anche isola dei pulcinella di mare (puffin d'ora in poi per brevità). Anche se non ci avviciniamo molto all'isola, possiamo notare che i puffin sono i padroni dell'isola.

Puffin all'isola di Lundey

Il puffin è un animale davvero simpatico in tutte le sue attività quotidiane e merita un sacco di foto.

Sono belli quando volano

Puffin spicca il volo


Puffin spicca il volo

quando passeggiano in gruppo in acqua e all'avvicinare della nave si tuffano mostrando irrispettosamente il culo al turista

Puffin si immergono all'avvicinarsi della nave, mostrandoci il culo

quando pescano

Puffin pesca e poi riparte

e anche quando volano in gruppo, sbattendo velocemente le loro piccole ali (piccola nota: pensavo fossero dei pessimi volatori, ma una breve ricerca mi ha convinto del contrario. Sembra raggiungano anche gli 80-90km/h).

Puffin in volo

Prima di rientrare alla base ci viene offerta un'esperienza unica di navigazione in barca a vela: praticamente uno dell'equipaggio tira su la vela della nave facendosi aiutare da uno dei turisti. E poi non è successo nulla, forse perché non c'era vento. Boh!!!

L'escursione termina con la colazione: una buona cioccolata calda, un biscotto gusto plastica con sentore di cannella e ovviamente il "The captains privilege", che attendo con ansia dall'inizio del tour, interrogandomi su cosa fosse: trattasi della possibilità di aggiungere del liquore nella cioccolata, direttamente da una bottiglia tenuta in mano nientepopodimenoché dal capitano della nave. E scusate se è poco.

In sintesi: non so se abbiamo avuto noi sfortuna con le balene, pero' se volete fare un'escursione in mare, prendete assolutamente la NS2. Non per la colazione, né per il privilegio del capitano, né per la poco incredibile esperienza di navigazione in barca a vela, ma semplicemente per i puffin.

E qui mi tocca ringraziare la Francese per aver insistito nel voler fare il giro NS2 con i puffin compresi nel prezzo: penso che se avessimo fatto il giro classico solo balene saremmo rimasti molto delusi perché di balene si vede poco (ma si sente molto a causa del loro poco delicato odore nel respirare :-)

Per pranzo ritorniamo al Gamli Baukur, e dopo esserci riempiti lo stomaco si va a visitare il museo fallologico di Husavik, l'unico museo al mondo di questo tipo secondo le guide. Vi si possono ammirare tanti oggetti più o meno simpatici ispirati ai falli, ed ovviamente dei falli veri, conservati in vari modi.

Decisamente impressionanti sono quelli dei cetacei, che potrebbero colpire seriamente la sensibilità di uno spettatore umano di sesso maschile un po' complessato.

Fallo di cetaceo al museo di Husavik


Fallo di cetaceo al museo di Husavik
Decisamente più rincuoranti gli ultimi falli esposti, appartenenti a più tipi di ratti.

Mancano degli esemplari umani, ma qualcuno ha avanzato delle proposte di donazione dopo la morte.


Dichiarazione di donazione di fallo

Il museo non accetta le carte di credito e il costo per l'entrata è di 600 ISK.

Si parte ora per Akureryri, dove pernotteremo.

Cascate di Godafoss 
Lungo la strada passiamo a vedere le cascate di Godafoss ("le cascate degli dei"), dove come al solito scatto le mie 500-600 foto mentre la Francese si interroga sui grande perché della vita ('ma cosa ci faccio con questo, io?')

La francese pensosa mentre io fotografo


Cascate di Godafoss


Cascate di Godafoss
Non manca anche una passeggiatina lungo le acque che alimentano le cascate

Passeggiata vicino Godafoss


Akureyri
Ripresa la macchina arriviamo in breve tempo a Akureyri, la seconda città islandese. Ritiriamo a prendere le chiavi del nostro appartamentino presso la Guesthouse Brekkusel: l'appartamento è spazioso, ha i servizi privati e una cucina con frigo, pero' nel complesso ci pare un po' sporco e troviamo che non abbia nessuno charme. Va beh, per una notte ci accontentiamo. Il costo è di 14 400ISK senza colazione.

Per cena siamo allo Strikid, un ristorante all'ultimo piano di un edificio quasi di fronte al porto: essendo arrivati all'orario peggiore ci accontentiamo della sala con la vista peggiore, ma comunque bella.

Purtroppo il tempo di attesa è lungo e la qualità del cibo mediocre: il ricordo di questo ristorante è dunque negativo.

Dopo cena passeggiata al porto

Porto di Akureyri

dove vediamo ancorata la Ocean Countess, maestosa nave da crociera. 

Immancabile un giro nel centro della città e nella città vecchia, dove si possono ammirare delle case graziosissime

Casa a Akureyri

La visita al giardino botanico è invece rinviata a domattina, essendo chiuso di notte. 

20 luglio: Akureyri --> Holmavik 
Oggi ci attende un bel po' di strada, perché di sera dobbiamo essere a Holmavik, città poco interessante che pero' ci consente di spezzare il lungo viaggio per Latrabjarg.

Prima di partire finiamo con Akureyri visitando il giardino botanico, che è  interessante e ben curato: oltre a tante piante islandesi sono presenti piante provenienti da tutto il resto del mondo, tutte ben catalogate.

Giardino botanico di Akureyri
E non lasciamo la città prima di aver fotografato i semafori con il rosso a forma di cuore. Non starebbero male nel paese dell'amore.

Semafori di Akureyri

Anche se la strada è lunga, non vogliamo passare tutta la giornata solo in macchina, per cui decidiamo di fare un paio di visite lungo il percorso. 

Fattoria di Glaumbaer
La famosa fattoria con i tetti in torba, che si vede anche nella copertina del Guide du routard edizione francese in nostro possesso, è ora un museo perfettamente tenuto, composto da più stanze. 

Fattoria di Glaumbaer

Un foglietto distribuito all'ingresso in più lingue spiega in dettaglio la funzione delle stanze, collegate tra loro da uno stretto e claustrofobico corridoio. Le stanze sono proprio come erano un tempo, con oggetti e utensili d'epoca

Fattoria di Glaumber

La visita prende circa 30-40mn, costa poco (attenzione: no carte di credito) e secondo noi vale la pena.

Nello stesso sito ci sono anche due case in legno del XIX, che sostituirono nel corso del tempo le case in torba. Nella casa Askaffi troviamo un curioso caffè in cui scoppietta un fuoco invitante e si respira l'atmosfera del tempo che fu, magari gustando una fetta di torta. Il posto è perfetto per una sosta, per scrivere le cartoline sorseggiando una tazza di caffè.

Lo confesso, gli ultimi due periodi non sono miei: vengono direttamente dalla Lonely Planet italiana, che a volte mi fa sorridere con le sue descrizioni romanzate :-)


In ogni caso, il caffè della casa Askaffi mi è rimasto davvero nel cuore per la bontà del cibo e la tranquillità del posto. Abbiamo mangiato dell'agnello, del salmone affumicato e uno skyr (sorta di yogurt islandese), tutto ottimo. Il prezzo non l'ho annotato.

A poche decine di metri dalla fattoria si trova una chiesetta con cimitero annesso. Al contrario del solito, ho fatto solo una foto alla chiesa e la ritengo la mia migliore foto di sempre. Probabilmente lo spirito di un grande fotografo del passato si è impossessato del mio corpo per qualche secondo, proprio mentre fotografavo la chiesa. Fatto sta che il risultato è ottimo

Chiesa accanto la fattoria di Glaumbaer

Le guide dedicano poco spazio alla fattoria di Glaumbaer: noi invece vi consigliamo di visitarla (io per il caffè che ci sta accanto, la Francese perché l'ha trovata interessante). 

Penisola di Vatnsnes
Ripreso il cammino, noto che la Francese legge e rilegge con insistenza sempre la stessa pagina della Routard. La pagina della penisola di Vatnsnes, da dove, secondo le guide in possesso della mia navigatrice di bordo, si vedrebbero facilmente le foche. Io, che sono scettico per natura, ovviamente insisto che di foche non ne vedremmo neanche una, che si tratta di una trovata pubblicitaria del ministro del turismo islandese, pero' per amore mi faccio convincere.

La strada è sterrata e ci costringe ad un'andatura molto lenta. Inoltre, la penisola è piena di uccelli, il che rallenta ulteriormente l'andatura. Praticamente siamo fermi. Scherzo.
 

C'è un bel vento quel giorno, e il mare è di un bel colore freddo. Di foche ovviamente neanche l'ombra. Li conosco bene i trucchi delle guide turistiche.

Il mare alla penisola di Vatnsnes

Ma che foche e foche. Pensi davvero che questo cartello indichi un punto ddi osservazione delle foche?

Misterioso cartello alla penisola di Vatnsnes

Ed invece...

Foche si ammazzano di fatica nella penisola di Vatnsnes

...le foche abbondano. Ce n'era una in particolare piuttosto egocentrica, che sembrava provare gusto nel farsi fotografare dai turisti stupiti

Foca egocentrica nella penisola di Vatnsnes


Foca fa il bagno nelle acque della penisola di Vatnsnes

Insomma, per la seconda volta la Francese ha ragione. Le foche ci sono eccome, si riescono a vedere ad una buona distanza e non sembrano troppo impaurite dai turisti.

Certo che se fosse vero che chi non lavora non fa l'amore, le foche dovrebbero essere estinte da tempo immemore. Mai visto un animale cosi' sfaticato, ozioso. Non c'è neanche il sole, eppure loro se ne stanno li' sulla roccia, a non fare nulla. Si vede che il Brunetta delle foche non è ancora passato da quelle parti.

Foche in pieno ozio nella penisola di Vatnsnes

La penisola è poco frequentata dai turisti, ne incontriamo davvero pochi, eppure è ricca di natura, di animali e uccelli.

Oltre tante sterne codalunghe (le foto pubblicate nella prima parte del racconto sono state in realtà fatte in questa penisola), ci sono anche tanti uccelli con le zampe rosse il corpo bianco e nero, dalla faccia simpatica. Dalle mie ricerche dovrebbe trattarsi di Cepphus Grylle


Cepphus Grylle nella penisola di Vatnsnes

Dopo le foche e gli uccelli facciamo inversione ad U e ritorniamo sulla strada per Hulmavik, soddisfatti di aver fatto la deviazione. Ci siamo detti che se un giorno ritorniamo in Islanda alla penisola di Vatnsnes dedicheremo più tempo.

Arrivati a Hulmavik ceniamo al Café Riiz, dove mangiamo un eccellente agnello con patate al forno. 7 200 ISK in due.


Passeremo la notte presso la Guesthouse Borgabraut 4, gestita da una timida e molto gentile signora. La camera ha del mobilio un po' vecchio stile, una bella vista ed è pulita. I servizi sono condivisi. Il prezzo è di 9 000ISK con uso cucina per la colazione. Wifi gratuito.

La stanza a Holmavik
Piccolo appunto: la porta che dà sul balcone non ha nessun tipo di tenda. Di notte la stanza è luminosa, molto luminosa...